Nei giorni passati si sono rincorse sul web, sulla stampa e sui social, diverse notizie relative al ricorso al TAR promosso da Club Alpino Italiano, il Comitato Tutela Devero, Legambiente Nazionale, Mountain Wilderness Italia, Pro Natura Federazione Italiana contro Regione Piemonte ed Ente di gestione delle Aree Protette dell’Ossola e relativo ai previsti lavori di sistemazione del percorso del “Grande Est” di Devero.
Riteniamo quindi doveroso un approfondimento.
La decisione di intervenire sul percorso del Grande Est di Devero discende direttamente dal Regolamento di Fruizione (adottato all’unanimità dall’Ente con deliberazione n. 44/2021 , sentita la Consulta per la promozione del territorio e acquisito il parere favorevole della Comunità delle Aree Protette) che individua tale percorso come unico tratto di sentiero percorribile con biciclette all’interno delle Aree Protette dell’Ossola (fatta salva la viabilità carrabile e i collegamenti tra Alpe Forno - Albrunpass, Alpe Forno – Scatta Minoia, scarsamente frequentati durante impegnative traversate mtb che comunque l’Ente Parco non promuove e non intende promuovere).
Nessun progetto di collegamento viario con Formazza né con la Binntal è mai stato preso in considerazione, così come il progetto NON prevede acquisto o noleggio di biciclette, né installazione di punti di ricarica dati in gestione a questo o a quell’operatore. In alcuni casi sono state diffuse al riguardo notizie false, accompagnate da commenti denigratori e diffamanti che l’Ente si riserva di approfondire nelle sedi opportune.
La scelta di mantenere la “ciclabilità” dell’anello del Grande Est è determinata, oltre che dai caratteri morfologici del sentiero, che si prestano ad una percorrenza lenta e contemplativa, anche dal fatto che l’itinerario è promosso come percorso ciclo-escursionistico da oltre 10 anni. Dal Parco stesso, attraverso pubblicazioni dedicate, oltre che da numerosi altri soggetti pubblici e privati.
L’adesione al bando di finanziamento per intervenire sul sentiero è stata promossa (nuovamente) dal Consiglio all’unanimità con deliberazione n. 42/2022, con i seguenti obiettivi:
- migliorare la percorribilità del tracciato destinato alla fruizione di mountain – bike ed e - bike;
- valorizzare il contenuto ambientale e naturalistico del percorso, riducendo e minimizzando i potenziali impatti da fruizione sugli habitat naturali e semi-naturali;
- implementare il sistema della segnaletica indicativa e descrittiva, con riferimento agli aspetti ambientali, zootecnici e pastorali, regolamentari e comportamentali;
- facilitare e promuovere la “convivenza” dei diversi usi del percorso (pedonale, ciclabile, agro – pastorale).
Gli aspetti ambientali, logistici e le soluzioni tecniche sono stati attentamente valutati, sia in sede di progettazione che di valutazione di incidenza. Non si tratta di interventi che “spianano” la strada per rendere il Grande Est un percorso per tutti: il Giro del Grande Est resterà, come ora, di livello “difficile” per gli amanti della mountain bike.
La proposta progettuale presentata parla di “Percorso ciclo-escursionistico”; un percorso che ricalca la rete sentieristica esistente in un contesto alpino in cui, d’estate, si muovono 150 bovine e, in parte, anche mezzi agricoli. Oltre ovviamente a escursionisti e bikers. Nessuna intenzione quindi di realizzare una “pista ciclabile” o addirittura una pista asfaltata come qualcuno ha paventato. Il sentiero da Alpe Forno ad Alpe Sangiatto è stato gravemente danneggiato in occasione dell’evento alluvionale di agosto 2019; la passerella pedonale in corrispondenza dell’inghiottitoio carsico è collassata e l’episodio ha distrutto tutti i guadi sui corsi d’acqua che incidono trasversalmente il sentiero (Rio della Satta, Rio della Valle). L’evento alluvionale ha inoltre generato processi erosivi sia lungo il sentiero che sulle scarpate; fenomeni che se non vengono ripresi possono degenerare in collassi generali del sentiero a mezza costa con conseguente innesco di movimenti franosi e colate detritiche. Dell’intero importo lavori oltre il 75% è destinato a risanare tratti soggetti a dissesto idrogeologico e per interventi volti a canalizzare il traffico di escursionisti a piedi o in mountain bike ed evitare danni da calpestio. La restante parte dei lavori sono destinati a interventi di sistemazione di complessivi 1200 m di sentiero esistente che verrà riportato alla larghezza media di 0,8 – 1 m (dimensione che il prezzario di Regione Piemonte indica come ideale). Nessun tratto di nuovo sentiero è previsto dal progetto. Verranno tagliati n° 4 (quattro) larici di dimensioni modeste, fotografati e indicati nella relazione di progetto.
L’intervento più importante (ed oneroso) del progetto è tuttavia la formazione di una passerella in legno in fregio alla Torbiera della Valle: un accorgimento per eliminare ogni forma di calpestamento antropico (anche potenziale) dei margini della torbiera, soggetta a naturale variazione dei livelli di falda e, quindi, a divagazione della traccia percorribile.
Infine, il percorso prevede un sistema di segnaletica comportamentale, informativa e didattica a supporto delle percorrenze in bici e/o a piedi.
L’individuazione di una traccia univoca (a cui sarà obbligatorio attenersi durante le escursioni, per esplicita previsione del Regolamento), percorribile anche da parte di utenti mtb meno esperti, ha inoltre la finalità di impedire divagazioni e proliferazione di tracce come, di fatto, si sta riscontrando oggi. Infatti al momento attuale, alcuni tratti di sentiero troppo stretti, “trincerati” o troppo accidentati, vengono aggirati attraverso i prati e gli arbusteti creando percorsi secondari e alternativi ed erodendo superfici. Tale situazione è stata riscontata non solo da parte delle biciclette, bensì anche degli escursionisti.
In ogni caso, sarà necessario condurre la bicicletta “a mano” in diverse tratte del percorso.
Nessuno degli interventi proposti contrasta con alcuno dei disposti normativi, urbanistici e/o ambientali che gravano sull’area (di cui, peraltro, l’Ente promotore è gestore) e il progetto ha acquisito tutte le autorizzazioni e i pareri necessari. Con esito positivo, s’intende.
Un esame della documentazione progettuale darà un’idea chiara della localizzazione degli interventi (Tavola 1) e della relativa estensione.
Si tratta quindi di un’iniziativa pianificata e coerente, in cui vengono monitorati non solo i flussi turistici e ricreativi (il Parco conduce, con cadenza almeno biennale, un esaustivo monitoraggio della fruizione), bensì anche i dati ambientali e faunistici (l’Ente conduce annualmente monitoraggi primaverili ed estivi su Fagiano di monte e Pernice bianca, mentre è attivo un programma di monitoraggio dei siti di nidificazione di Aquila reale). Ciò permette di programmare opere, lavori e sorvoli in considerazione dei luoghi e dei tempi. Proprio perché la normativa lo permette, i paventati (ancorché incerti) aumenti di flussi lungo il percorso potranno essere regolamentati, sia per il transito delle bici che degli escursionisti.
I promotori del ricorso dispongono degli elaborati del progetto definitivo già dal 15 dicembre 2022, a seguito di accesso agli atti che l’Ente ha evaso in 5 (cinque) giorni; nessuna ulteriore interlocuzione, né osservazione (almeno non nei confronti dell’Ente scrivente) è stata mossa dai ricorrenti in questi mesi, sino alla notifica del ricorso al TAR.
Rendiamo quindi disponibili gli elaborati del progetto definitivo, esecutivo, lo studio di incidenza e il provvedimento di valutazione emesso da Regione Piemonte ed impugnato dai ricorrenti nella sezione downloads di questa pagina, rimanendo a disposizione per ogni ulteriore confronto.
La Presidente dell’Ente di gestione delle Aree Protette dell’Ossola, Vittoria Riboni
I Consiglieri:
Lisanna Cuccini, Luca Olzeri, Francesco Sommacal
Letztes Update: 07/06/2023 ore 07:35:38