L'interpretazione geologica delle Alpi e di questo territorio in particolare ebbero un consistente impulso a seguito della realizzazione del traforo del Sempione, grazie alla possibilità di tarare e confrontare i dati di superficie con le osservazioni e i rilevamenti in profondità lungo il tracciato della galleria. Il Massiccio del Sempione, l'alta Val d'Ossola, il limitrofo territorio vallesano, con cime elevate anche oltre i 3500 metri e valli che intagliano profondamente l'edificio alpino, rappresentano un'eccezionale sezione geologica naturale attraverso il sistema di falde sovrapposte che costituiscono le unità più profonde della catena alpina. A Maiesso, alla confluenza tra la Valle Devero e la Valle Antigorio, tra Baceno, Premia e Crego, affiora con una formazione a cupola lo Gneiss di Verampio, detto anche Elemento 0. Rappresenta l'elemento architettonico più profondo conosciuto dell'intero edificio alpino. 

Le montagne tra Devero e Binn rappresentano inoltre uno dei distretti mineralogici più interessanti al mondo. Minerali rari o unici al mondo, o cristalli di particolare bellezza provenienti ad esempio dai massicci del Monte Cervandone e dell'Arbola, oppure da Lengenbach, si trovano nelle più prestigiose collezioni museali italiane. Per quanto riguarda l'area del Parco Veglia Devero, vi risultano presenti oltre 150 specie minerali, alcune delle quali molto rare. Le rocce mineralogicamente più interessanti sono gli gneiss del Monte Leone e le dolomia della Valle di Finn. Nell'area del Monte Cervandone sono rappresentati un'inconsueta varietà di esclusivi sali di arsenico, mentre nelle dolomia della Binntal, ed in particolare di Legenbach, altrettanti rari solfosali

GNEISS

Lo gneiss è una roccia metamorfica formata principalmente da quarzo, feldspati e miche, si forma attraverso processi complessi, per trasformazione sia di rocce sedimentarie (para-gneiss) sia di rocce magmatiche (ortogneiss). Costituisce alcune formazioni tettoniche rappresentate in particolare dagli Gneiss di Verampio, di Antigorio, del Lebendun, del Monte Leone. Si tratta di una roccia di grande importanza economica, sfruttata nell'industria lapidea per la caratteristica scistosità che consente la fratturazione lungo piani paralleli non troppo ravvicinati, per ottenere facilmente blocchi o lastre utilizzate nella costruzione di manufatti, muri a secco, o come elementi di copertura dei tetti, le caratteristiche "piede", utilizzate nell'architettura tradizionale. 

DOLOMIE

Queste rocce calcaree sono presenti al contatto tra i calcescisti di Devero e lo gneiss del Monte Leone con affioramenti discontinui lungo una linea disposta tra Veglia, Devero, Binn fino alla Bocchetta d'Arbola. Si tratta di una fascia costituita prevalentemente da dolomia saccaroidi, marmi dolomitici, quarziti e carriole (caratterizzate dalla presenza di gessi) e sono caratterizzati da un colore grigio chiaro sulla superficie fresca, bianco-giallastro su quelle più alterate. Sono materiali dalle pessime caratteristiche geotecniche. Molto importante sul piano mineralogico è l'affioramento di Lengenbach, al monte Infeld, caratterizzato dalla presenza di numerosi minerali e in cui è stata ricavata una vera e propria miniera sfruttata per l'estrazione di "cristalli". 

CALCESCISTI

Con questo termine sono compresi sia i litotipi della Zona del Teggiolo che quelli della zona di Faldbach che rappresentano gli antichi terreni sedimentari di copertura che separano i diversi corpi gneissici. I calcescisti sono costituiti da una larga varietà di rocce scistose, originariamente più o meno calcaree, spesso fortemente alterate e di color ruggine all'esterno per ossidazione di minerali di ferro. Questo colore superficiale li rende facilmente riconoscibili anche da lontano quando sono vicini o intercalatagli gneiss di tinta più chiara, grigiastra. In prevalenza sono costituiti da calcite, quarzo mica bianca e biotite: la netta scistosità è dovuta all'orientazione preferenziale delle miche. 

 

Letztes Update: 22/07/2018 ore 15:51:34

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