Istituto Professionale per l’Agricoltura e l’Ambiente (IPA) di Crodo – Classi 1^ e 3^

INTRODUZIONE

Le attività dell’uomo sono condizionate dalle caratteristiche e dalle risorse presenti nel territorio. Per conoscere quali fossero le condizioni che trovarono i primi ospiti del territorio del parco occorre partire dalla formazione geologica dello stesso.

EVOLUZIONE GEOLOGICA 

acquaLa crosta terrestre è sottoposta a continui movimenti causati da forze orizzontali e verticali che provocano sollevamenti, cedimenti, fratture, spostamenti. 
In Ossola sono presenti nove falde simploniche, enormi pieghe di spessi strati di roccia, che si appoggiano su una base granitica che, affiorando a Crodo, origina la cupola di Verampio.
La formazione e la successione di queste falde dà luogo a grandi pieghe, cui corrispondono alcune formazioni montuose. Le grandi pieghe sottoposte a enormi forze si ruppero in più punti originando le faglie dalle quali si formarono quasi tutte le nostre valli.
Le rocce sono costituite da gneiss e da scisti che sono rocce marmoree-gneissiche . Questa struttura tettonica subì tutti gli agenti atmosferici che lentamente ne modellarono la superficie e le fecero assumere l’aspetto attuale.
Su questo substrato si insediò una particolare flora e si sviluppò una particolare fauna che rappresentarono e rappresentano tuttora importanti risorse che condizionarono lo sviluppo economico-culturale della zona.

LA FLORA 

Il cervoNel territorio troviamo una grande varietà di vegetazione, dai pascoli delle quote più basse fino alle cime innevate. Le condizioni climatiche particolari, insieme con diversi tipi di terreno, rendono possibile la fioritura contemporanea di molte specie, che altrimenti fiorirebbero in periodi distinti dell’anno.
Fino agli 800 metri troviamo boschi misti, composti prevalentemente da quercia, rovere, betulla e castagno. Il sottobosco è composto in maggior parte da primule, viole, ciclamini e mughetti che, in primavera con i loro colori ravvivano il paesaggio ancora triste e cupo di queste valli. Infatti sono questi esili fiori che si risvegliano per primi allo sciogliersi delle nevi. 
Tra gli 800 e i 1300 metri incontriamo sempre più sovente betulle frammiste ad aceri, faggi e noccioli, sporadici ma presenti larici, abeti e pini, tipici di altitudini più elevate. Nel sottobosco spesso si incontrano l’erica, la genziana, la ginestra, i mirtilli, il rovo e il pungente ginepro dalle bacche molto aromatiche.

Questa zona è molto ricca di funghi: i più comuni sono le mazze di tamburo, i chiodini, i laricini e i porcini molto rinomati per il loro inconfondibile sapore. Dai 1300 ai 2000 metri, nelle conche del Veglia – Devero troviamo vaste zone umide costituite prevalentemente da carici, primula farinosa, la viola, gli equiseti e la drosera rotundifolia, piccola pianta carnivora, l’unica di questo genere nella nostra zona.

I boschi sono essenzialmente di conifere: larici, abeti e pini. Il sottobosco è caratterizzato prevalentemente da noccioli e da arbusti bassi e legnosi che in valle prendono il nome di “Drons”. Negli spazi erbosi troviamo la più bella e variopinta vegetazione d’alta montagna caratterizzata da rododendri, viole, camomilla, orchidee, achillee, stelle alpine e il profumatissimo genepì, dal quale oggi ricaviamo un liquore di un aroma particolarissimo. 
Oltre i 2000 metri il larice è l’unica conifera a poter sopportare temperature così rigide, essa infatti è l’unica del suo genere a perdere gli aghi; lascia spazio soltanto a muschi e licheni, gli unici a resistere anche al disopra dei 3000 metri.

LA FAUNA

Il forcelloIn estate, in alto, sui pendii erbosi e soleggiati e più in basso nelle stagioni fredde vivono camosci, caprioli, cervi e stambecchi, troviamo inoltre la marmotta, la lepre bianca, le volpi, l’ermellino, il tasso, lo scoiattolo e il lupo che ha da poco fatto il suo ritorno.
Ben più difficili da scovare sono i toporagni e le arvicole. Tra i rapaci compare l’aquila, il falco, la poiana, l’astore, lo sparviero, il gufo e la civetta. Rare sono le apparizioni del gipeto. Tra i rettili che svolgono un’importante funzione ecologica ci sono le vipere, molto numerose anche se ben difficili da incontrare. Ambienti da considerare con attenzione sono le zone umide e i laghetti: è qui che possiamo notare ed osservare il tritone e la rana.

IL PAESAGGIO

PanoramicaIl paesaggio attuale è il risultato dall’interazione tra l’attività umana e le condizioni originarie: è tuttavia possibile ritrovare oggi ampie porzioni di territorio dove l’azione antropica ha influito marginalmente o per nulla sulle condizioni originarie e dove è possibile ritrovare un ambiente simile a quello che videro i primi uomini che in queste valli si insediarono.

Ultimo aggiornamento: 01/07/2018 ore 13:09:36

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