Nessun escursionista potrebbe camminare lungo i sentieri della Binntal, dell'Alpe Veglia e dell'Alpe Devero senza rimanere incantato dallo spettacolo naturale che si offre in ogni stagione. È la bellezza di una natura ricca, che si manifesta nei colori che variano con lo scorrere delle stagioni, negli adattamenti a condizioni di vita via via diverse, fino a quelle estreme.
CASTAGNETI
Sui bassi versanti di Baceno, fino all'abitato di Croveo sono ancora presenti a tratti boschi di castagno, formazioni tipicamente sud alpine, che non ritroviamo sul versante valevano. Si tratta per lo più di cedui di castagno che hanno colonizzato rapidamente i prati-pascoli abbandonati. Pochi sono oggi i vecchi e monumentali castagni sopravvissuti alla riconquista da parte della vegetazione spontanea dopo l'abbandono. Meritano di essere citati almeno due patriarchi che ancora oggi continuano a produrre il loro frutto: il Castagno di Alpe Stroppa, in prossimità della cascata di Agaro, tra le frazioni Osso e Goglio di Baceno, di oltre cinque metri di circonferenza, ed il castagno di Maglioggio (frazione di Crodo), di oltre nove metri di circonferenza.
FAGGETE
Dopo l'ultima glaciazione, con il miglioramento delle condizioni climatiche, lentamente le Alpi sono state ricolonizzate dalle diverse specie vegetali. Tra queste il faggio, prima dell'abete rosso e dopo l'abete bianco. Oggi la distribuzione è strettamente legata alle condizioni climatiche: forma estese foreste sul versante subalpino e nelle valli ossolane in particolare. Estese faggete pure si ritrovano ad altitudini che variano tra gli 800 e i 1400 metri sui versanti del Monte Cistella, e sono a tratti osservabili lungo i sentieri di collegamento tra Esigo e Cravegna.
Pur non essendo il faggio una specie estremamente longeva, a Goglio, all'inizio della strada di collegamento con l'Alpe Devero si incontra un vero "gigante" risparmiato dal taglio dell'uomo, di quasi 5 metri di circonferenza.
Sul versante opposto del Cistella, nel Comune di Varzo, dove per l'esposizione più solatia non riesce a costituire estesi boschi, cinque grandi esemplari in fila, di circonferenza di oltre tre metri, danno il benvenuto all'Alpe Salera.
LARICETE
Gli alti boschi tra Binntal e Baceno sono quasi del tutto costituiti da larice (Larix decidua), in purezza, o a tratti infiltrati dall'abete rosso. È una specie tipica delle regioni interne delle Alpi, caratterizzate da alta insolazione, temperature invernali rigide, suoli anche poveri e superficiali. Il laricete è una specie dotata di grande longevità: oltre il Monte Leone, vicino a Simplondorf esiste un magnifico bosco di larici la cui età supera i 1000 anni! Nel Parco Veglia Devero molti sono gli individui plurisecolari, come i grandi larici della piana di Veglia, di circa 600 anni, oppure all'Alpe Buscagna, o del Lago Nero, o ancora dell'Alpe Campello, vicino alle baite lungo il sentiero per i Piani della Rossa.
Le foglie sottili della pianta permettono il passaggio di luce al suolo in quantità sufficiente alla crescita delle specie erbacee, mantenendo quindi inalterata la flora dei pascoli e ottenendo pascoli alberati, i cosiddetti "parchi di larice", oggi sempre più rari a causa del loro parziale abbandono. L'aspetto più conosciuto ed apprezzato paesaggisticamente delle laricete è quello caratterizzato da un folto sottobosco arbustivo a rododendro (Rhododendron ferrugine) e mirtillo (Vaccinium myrtllus): si tratta del cosiddetto "Rhododendro-Vaccinietum laricetosum".
Ultimo aggiornamento: 22/07/2018 ore 15:52:20