2016 – 2019

Quattro anni di gestione dei parchi naturali dell’Ossola

                                                                                             Relazione di fine mandato

 

1. Ringraziamenti

Le Aree Protette dell’Ossola nascono da un cammino legislativo lungo quattro decenni che ha avuto inizio con l’istituzione del Parco Naturale di Alpe Veglia nel 1978, di Alpe Devero nel 1990 e della relativa zona di salvaguardia gestita dal Comune di Baceno. Nel 2009 è stato istituito il Parco Naturale Alta Valle Antrona. Le tre aree sono state riunite in un unico ente di gestione (“Aree Protette dell’Ossola”). Le APO tutelano una superficie complessiva di 16000 ha.

Nell’avviarmi a tracciare un bilancio di fine mandato, devo innanzitutto un grazie riconoscente al personale (amministrativo, tecnico e di vigilanza) che negli anni ha supplito alle obiettive fragilità organizzative con passione e generosità. Devo anche segnalare il lavoro del direttore dott. Ivano De Negri, del tecnico amministrativo Mirella Roggia e del tecnico ambientale Radames Bionda, che mi sono sempre stati vicini e collaboratori instancabili.   

I componenti del consiglio direttivo (Alberto Marani, Claudio Minacci, Giacomo Prina, Marco Valenti) hanno sempre condiviso con passione e generosità il lavoro comune. Un grazie speciale a Claudio Minacci per aver portato a compimento il complesso progetto dell’associazione fondiaria “Terraviva”. 

Invio anche un apprezzamento al lavoro dei componenti della Comunità del Parco (presidenti della Provincia e delle Unioni Montane e sindaci) che hanno collaborato alle iniziative dell’Ente, formulando proposte con la dovuta correttezza. Analogo apprezzamento ai rappresentanti della “Consulta per la promozione del territorio”, istituita il 17/12/2016, per i contributi costruttivi. Un grazie alle Guide del Parco per la collaborazione e i servizi forniti.  

Un saluto grato a tutti gli enti pubblici e privati, al mondo dell’associazionismo e del volontariato, con i quali abbiamo collaborato in modo costruttivo. Un doveroso ringraziamento alla Regione Piemonte (Direzione “Ambiente, Governo e Tutela del Territorio”) e in particolare a Sergio Chiamparino, Aldo Reschigna e Alberto Valmaggia per il sostegno leale e senza interferenze nel lavoro dell’Ente.

 

2. Pilastri di lavoro e progetti realizzati

Il lungo lavoro sommerso di progettualità, finalizzato a cogliere le opportunità offerte dal PSR 2016 -2020 e dai programmi Interreg, così come dalle Fondazioni private, ha dato i suoi frutti nel 2018 – 2019 con l’approvazione di numerosi progetti. Tra i più rilevanti segnalo i seguenti.

 Accoglienza alpina

Nel corso del 2018, con la regia degli uffici tecnici del Parco, è stata possibile la rimozione di quattro “bivacchi d’amianto” e la loro sostituzione con ricoveri di nuova generazione. La prospettiva strategica è quella di certificare le Pennine e le Lepontine come “amianto free” nei bivacchi alpinistici ed escursionistici: una dimensione che proietta le nostre montagne nel futuro di compatibilità fruitiva delle Alpi. I bivacchi sostituiti sono stati il “Farello” in Veglia, l’Antigine e il Camposecco in Antrona e il “Lanti” in Val Quarazza (Macugnaga).

 Terra VIVA

Nei due anni di sviluppo il progetto ha portato alla costituzione di un’Associazione Fondiaria non-profit (tra piccoli proprietari di terreni abbandonati o non gestiti) che ha promosso il recupero di una porzione di paesaggio terrazzato in Comune di Borgomezzavalle e il successivo affidamento dei terreni ad aziende agricole locali. Il continuo percorso di dialogo e confronto tra i partner, la popolazione locale, le amministrazioni e le aziende agricole locali hanno rafforzato un partenariato motivato, compatto e competente che ha aderito ad ulteriori proposte progettuali nuovamente finanziate da Fondazione Cariplo (progetto SOCIAAALP – Reti Sociali per Agro Ambienti ALPini) e dal Programma Interreg Italia – Svizzera (progetto InTERRACED: strategie integrate e reti per la conservazione e valorizzazione del paesaggio terrazzato transfrontaliero).

 RESICETS e CETS

CIPRA Italia è impegnata al fianco dell’Ente di Gestione delle Aree Protette dell’Ossola, nel progetto “RESICETS – Resilienza ambientale delle attività ricreative nelle aree protette dell’Ossola, attraverso la Carta Europea per il Turismo Sostenibile”. L’iniziativa coinvolge diversi attori della filiera turistica locale in un percorso di informazione, sensibilizzazione e anche di sviluppo economico e territoriale.

RESICETS è collegato all’iniziativa “Be Part Of The Mountain”, coordinata dal ALPARC, la Rete delle Aree Protette Alpine. Il rinnovo della CETS (Bruxelles 27-28 novembre 2018) ha ribadito il ruolo del Parco nella società alpina contemporanea: tutela della biodiversità con la sostenibilità dello sviluppo.

 Mineralp

Il progetto Mineralp (Piemonte, Valle d’Aosta, Canton Ticino e Vallese) prevede la creazione di un distretto turistico geominerario. In questo ambito è in programma nel 2020 l’apertura al pubblico della “Miniera del Taglione” in Valle Antrona e una promozione unitaria del patrimonio geominerario.

 

3. Rete Natura 2000: tutela e gestione della biodiversità

 Nel 2017 la Giunta Regionale ha approvata la delega in gestione dei siti “Alpe Veglia e Devero – Monte Giove” e “Alte valli Anzasca, Antrona e Bognanco” alle APO. Con propria delibera del 20/12/2017, il consiglio direttivo delle APO ha approvato all’unanimità la subdelegabilità del territorio dei siti Natura 2000 non inclusi nei Comuni territorialmente interessati alla presenza dei Parchi Naturali dell’Ossola così come concordato. Il piano di gestione della ZSC (Zona Speciale di Conservazione) e ZPS (Zona di Protezione Speciale) “Alpi Veglia e Devero – Monte Giove” nel 2018 è stato riordinato e aggiornato con il coinvolgimento delle comunità locali ed è in corso di adozione nell’autunno 2019.  

 

4. Sviluppo sostenibile

 Sono fermamente convinto che il futuro dei “nuovi montanari” (non tanto chi da fuori sceglie di vivere sulle Alpi, ma i nostri figli) è fatto di tre cose: natura tutelata e conservata, turismo sostenibile (sentieri e rifugi moderni) e prodotti tipici (agricoltura e allevamento di nicchia). I Parchi fanno questo: promuovono e conciliano armonicamente questi tre pilastri di un unico territorio. In questo quadro l’Ente, in quanto gestore della Rete Natura 2000, ha dovuto affrontare (delibera 21 giugno 2018) le pressioni derivanti dal progetto “Avvicinare le montagne” finalizzato alla realizzazione di un grande comprensorio turistico infrastrutturato sulle Alpi Lepontine. Il Parco ha assicurato il proprio contributo consultivo per l’elaborazione della relazione di VAS (Valutazione Ambientale Strategica).  

 

5. Dimensione istituzionale e internazionale

 L’attenzione della Regione Piemonte ha permesso all’ente di irrobustire la pianta organica con l’assunzione di quattro giovani guardiaparco che hanno permesso di migliorare l’efficienza dei servizi di vigilanza. Altre assunzioni tecniche part time hanno migliorato l’efficacia e l’efficienza dei servizi istituzionali, permettendo l’istituzione di un ufficio comunicazione e la progettualità di ingegneria ambientale.

E’ stato rafforzato l’asse di quadrante dei parchi naturali dell’alto Piemonte con i parchi dell’Alta Valsesia e del Ticino Lago Maggiore che ha portato alle tre iniziative “Dal riso al Rosa”. E’ stato anche rafforzato l’asse strategico con il Parco Nazionale alla Val Grande che ha portato al rinnovo comune della CETS e a numerose iniziative culturali e progettuali.

Le relazioni internazionali con il Landschaftspark Binntal (Goms in Alto Vallese) e il parco di Pfyn Finghes (Leukerbad, Basso Vallese) ha portato alle manifestazioni di “Parchi in città” che si svolgono alternativamente un anno in Svizzera e l’altro in Italia.

 

6. Iniziative culturali

 “Poesia sulle Alpi” si è svolta ogni estate all’Alpe Veglia ed ha permesso l’incontro di poeti alpini italiani e svizzeri. Nel 2016, 2017 e 2018 si sono tenuti a Premia i convegni scientifici internazionali sulla stregoneria storica che hanno permesso di approfondire e promuovere un’immagine di identità territoriale della Valle Antigorio. Analoghe iniziative culturali sono state organizzate nelle valli Divedro e Antrona.

 

7. Transboundary park

 Il riconoscimento di Transboundary Park da parte di Europarc (settembre 2019 in Lituania nel corso dell’assemblea annuale della federazione dei parchi naturali europei) permette di creare, con il vicino Landschaftspark Binntal, un parco transfrontaliero nel cuore delle Alpi. Sarà il secondo in Italia (l’altro è quello tra le Alpi Giulie e il Triglav Nationalpark in Slovenia) e il primo in Europa con la Svizzera. Il riconoscimento offre un ulteriore livello elevato di tutela dell’ambiente naturale sulle Alpi Lepontine da parte dell’Unione Europea.

 

 8. Ricorrenza

 I 40 anni del Parco Naturale Alpe Veglia

Il 40° di istituzione del Parco Naturale dell’Alpe Veglia (1978 - 2018), il primo istituito dalla Regione Piemonte, ha posto con forza il ruolo dei parchi nel terzo millennio. E’ stato anche l’anno del 25° di istituzione del Parco Nazionale Val Grande (1993 – 2018). Il convegno “I parchi naturali per una nuova etica della montagna” ha ribadito su scala europea il ruolo primario di conservazione e tutela della biodiversità. Il bilancio dei 40 anni delle APO credo sia positivo perché i Parchi hanno garantito la tutela ambientale e la conservazione della biodiversità su aree delle Alpi di particolare pregio. Un impegno che sono convinto debba continuare.

 I 10 anni del Parco Naturale Alta Valle Antrona

L’11 novembre di dieci anni fa la Regione Piemonte, con la L.R. 19/2009, istituiva il parco naturale Alta Valle Antrona. L’istituzione del Parco è stato il risultato di un percorso partecipativo “dal basso” realizzato dalla popolazione e dalle amministrazioni locali, che vi hanno riposto la speranza di creare nuove occasioni di sviluppo sostenibile per le giovani generazioni. E’ stata un’esperienza di innovazione sociale pionieristica, maturata in una remota valle delle Alpi.

 

9. Conclusioni

 Le Alpi stanno cambiando sempre più repentinamente: sia sotto il profilo naturalistico che climatico, ma anche dal punto di vista sociale (progressivo abbandono, ma anche coraggiose e tenaci iniziative di resilienza). Ogni cambiamento comporta rischi, ma anche enormi opportunità. Accettare la sfida è un dovere.

Gli stambecchi che leccano il salnitro “appesi” sulla diga di Cingino in Valle Antrona oppure Erebia christi, la “farfalla dei ghiacciai” endemismo unico al mondo, i lariceti secolari, radi e luminosi, di Veglia, la luna piena che permette di camminare di notte sul lago gelato di Devero sono cose che esistono indipendentemente da noi. Sentieri, pascoli e alpeggi non sono nostri: ci sono stati regalati da madre-natura e dalle generazioni di montanari che sono venute prima di noi. Oggi tutto questo è una ricchezza. Sta a noi conservarla e farla conoscere con idee e lavoro. Di quanto lasceremo ai nostri figli, doverosamente, un domani ci verrà chiesto conto. In questi anni abbiamo lavorato per loro.

 

Varzo 12 settembre 2019

Paolo Crosa Lenz

 

 

 

 

 

Letztes Update: 30/09/2019 ore 09:36:49

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